Una mamma massaggia la schiena al figlio neonato sul fasciatoio

CURIOSITÀ

Una mamma massaggia la schiena al figlio neonato sul fasciatoio

Rassicura il bambino, lo fa sentire protetto e al sicuro, ne favorisce il rilassamento e ha anche effetti benefici sul suo sistema immunitario.
Ma il massaggio neonatale è utile anche per i genitori perché li aiuta a entrare in comunicazione con il nuovo arrivato e a comprenderne in modo istintivo i bisogni, che spesso, a quest’età, rischiano di apparire indecifrabili. Sono tanti, soprattutto sul piano relazionale, i vantaggi di questa pratica semplice e naturalissima, un piccolo rito da attuare dopo il bagno o subito prima di andare a letto. Gli esperti garantiscono che il massaggio neonatale può contribuire a calmare anche i neonati più irrequieti. Questo perché, attraverso il tocco delicato della mano di mamma e papà, la relazione si rafforza in un circolo virtuoso di relax e conoscenza reciproca.

“Ormai è dimostrato – spiega Silvia Boretti, coordinatrice infermieristica della Terapia intensiva neonatale del Meyer – che il massaggio ha anche effetti positivi nella prevenzione della depressione post-partum della madre”. Questa tecnica, spiega Boretti, è antichissima: le madri dell’Africa e dell’Asia l’hanno sempre praticata. In Italia ha cominciato a diffondersi alla fine degli anni Ottanta. “Il massaggio – continua la coordinatrice infermieristica – è particolarmente efficace quando il piccolo ha problemi di coliche addominali: i movimenti praticati dai genitori possono favorire la peristalsi intestinale aiutando i bambini a liberarsi di aria e feci. Positive anche le ricadute sul sistema respiratorio perché agevolano la liberazione dalle secrezioni e sull’apparato circolatorio perché migliorano il drenaggio linfatico”.

Per il neonato le coccole dei genitori sono una fonte di benessere davvero preziosa. Ma quali sono le parti del corpo da stimolare? “Ogni bimbo ha ovviamente le sue preferenze e quindi occorre assecondarle e fermarsi senza insistere davanti ai segnali di stop del piccolo”. E per quanto riguarda i tempi: frequenza e durata? “Anche qui non c’è una ricetta prestabilita: se gradito, può diventare un appuntamento quotidiano”. Un discorso a parte lo meritano i neonati prematuri. “Rispetto ai bambini nati a termine – conclude la nostra esperta – i piccoli non sono ancora pronti per quel tipo di messaggio perché anche una carezza potrebbe essere fonte di stress e quindi ci si può avvalere della tecnica del cosiddetto tocco dolce, che è completamente diversa e molto più delicata”.