BUONO A SAPERSI

di Marinella Veltroni, oncoematologa, Centro di eccellenza di oncologia ed ematologia pediatrica AOU Meyer

L’anemia è una condizione che si riscontra frequentemente nei bambini, ed è caratterizzata da una riduzione dei livelli di emoglobina e/o dell’ematocrito rispetto ai valori medi riscontrati per età e sesso. Il conteggio dei globuli rossi può essere fuorviante e non deve essere utilizzato per arrivare a una diagnosi di anemia: anche se il numero dei globuli rossi è normale o incrementato, possono essere di volume ridotto eavere conseguentemente uno scarso contenuto di emoglobina.

I globuli rossi (detti anche eritrociti o emazie) sono presenti in un numero tra i 4 e 5 milioni per millimetro cubo di sangue. Il loro compito principale consiste nel trasportare l’ossigeno dai polmoni ai tessuti, dove viene utilizzato nei processi vitali che avvengono all’interno delle cellule. Il trasporto dell’ossigeno avviene attraverso l’emoglobina, proteina contenente il ferro presente all’interno dei globuli rossi e in grado di trasportare e scambiare le molecole di ossigeno. I globuli rossi, insieme alle altre cellule del sangue, vengono prodotti nel midollo osseo, in un processo chiamato eritropoiesi. L’eritropoietina è una proteina prodotta e rilasciata nel sangue dai reni in seguito alla presenza di basse concentrazioni ematiche di ossigeno, ed è in grado di stimolare la produzione dei globuli rossi a livello del midollo osseo. Una volta giunti a maturazione, i globuli rossi entrano nel circolo sanguigno dove hanno un ciclo vitale di circa 120 giorni. Hanno una struttura estremamente deformabile che li rende capace di attraversare vasi sanguigni di dimensioni anche inferiori al proprio diametro.

Il mantenimento di un normale valore di emoglobina è il risultato di un equilibrio tra produzione e distruzione dei globuli rossi, che dipende a sua volta da vari fattori: la presenza di una adeguata maturazione cellulare a livello del midollo osseo, il sufficiente apporto di nutrienti, la normalità dei processi deputati alla distruzione dei globuli rossi, l’assenza di perdite ematiche.

La modifica di uno o più di questi fattori, una volta superati i meccanismi di compenso dell’organismo, determinerà pertanto un quadro di anemia.

I segni e sintomi di questa condizione sono la conseguenza della ridotta capacità di trasporto dell’ossigeno nei vari distretti corporei e dalla messa in atto dei meccanismi di compenso per la mancanza di ossigeno che coinvolge i tessuti. I meccanismi di compenso sono rappresentati principalmente da un aumento della frequenza cardiaca, da una modifica del tono vascolare periferico, dall’incremento nella sintesi di eritropoietina, e da un maggior rilascio tissutale di ossigeno da parte dell’emoglobina.

I sintomi più comuni comprendono pallore (importante soprattutto a livello mucoso), astenia, mal di testa, dispnea (difficoltà nella respirazione, sensazione di fiato corto), tachicardia, irritabilità, freddo alle estremità, difficoltà di concentrazione, appetito ridotto.

La valutazione clinica e l’esame emocromocitometrico sono i cardini del processo diagnostico, ed è indispensabile riferirsi ai valori normali di riferimento di emoglobina per sesso ed età (quest'ultima frase perchè spesso i genitori vanno nel panico per gli asterischi sull'emocromo che spesso sono tarati sulla popolazione adulta).

Il pallore della cute può essere difficile da valutare, per cui devono essere valutate anche le mucose (congiuntive, labbra, lingua).

La forma più comune di anemia nel bambino è rappresentata dall’anemia da carenza di ferro, per la maggior parte dei casi da ridotto apporto, ma anche da difetti di assorbimento, perdite ematiche, difficoltà di trasporto o di utilizzo del ferro.