Una mamma massaggia la schiena al figlio neonato sul fasciatoio

CURIOSITÀ

Maria Vittoria Giannotti ne parla con Stefania Losi, ginecologa dell'AOU Meyer

Affrontare il tema della sessualità con i propri figli non è mai una cosa semplice. Perché davanti a quegli inevitabili terremoti – fisici ed emotivi – che sono i primi amori adolescenziali, i genitori si trovano costretti a prendere atto che i loro bambini sono ormai cresciuti e sono pronti a entrare nel mondo degli adulti. Da parte loro, gli adolescenti vivono i primi rapporti sessuali come un’esperienza personalissima, che non desiderano condividere con mamma e papà. Eppure, parlarne insieme è una buona idea, spiega Stefania Losi, dell’ambulatorio di ginecologia pediatrica del Meyer.
“Ovviamente non si può iniziare ad affrontare argomenti così intimi di punto in bianco – sostiene la specialista – ma è bene creare un rapporto di fiducia, complicità e di dialogo, su tutti i fronti, che accompagna bambini e bambine durante tutto l’arco della loro crescita”. Meglio quindi, lasciare da parte imbarazzi e timori e parlare in modo chiaro. “Per la ragazzine – spiega Stefania Losi – è consigliabile che a prendere l’iniziativa sia la mamma. Ma anche i maschi, almeno inizialmente, potrebbero preferire che sia una figura femminile a farsi carico di spiegazioni e avvertimenti”.
Tono e contenuti della conversazione dovrebbero essere improntati alla massima serenità. “Il terrorismo non serve a niente – continua Losi – ma è bene chiarire che è opportuno prendere delle precauzioni per evitare gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili. Oggi se ne parla sempre meno, ma rappresentano un rischio da non sottovalutare”. Può essere utile anche aiutare i figli con una “chiacchierata” professionale con una figura di riferimento: può essere un medico, un pediatra o una ginecologa. “Spesso i ragazzi preferiscono confidarsi con queste figure”.
Ma qual è l’età giusta per cominciare a dare spiegazioni più approfondite? “L’importante è dire sempre la verità, anche se in modo adeguato all’età. Comunque ha senso cominciare a parlarne solo quando i bambini sono in grado di recepire davvero il significato di quello che vogliamo loro comunicare.