DISCLOSURE: This website uses "technical cookies" to improve your experience, "analytics cookies" to collect data in an anonymous form. "Privacy policy." By your continued use of this site you accept such use..
Foto Facciata Meyer

Firenze. È stato preso in braccio per la prima volta dalla sua mamma il piccolo affetto da ernia diaframmatica nato al Meyer il 30 ottobre scorso e subito affidato alle cure degli specialisti della Tin, la Terapia intensiva neonatale. All’indomani del parto, avvenuto con un cesareo programmato, il neonato è stato sottoposto a una delicata operazione chirurgica effettuata in toracoscopia. Un intervento all’avanguardia effettuato con una tecnica mini-invasiva che ha accelerato i tempi di ripresa del bimbo, permettendogli inoltre di non riportare alcuna cicatrice. Prima di procedere è stato necessario verificare che le sue condizioni si stabilizzassero dal punto di vista emo-dinamico e che i parametri respiratori fossero ottimali. L’attesa non è stata lunga. Il piccolo è infatti arrivato in Tin nell’ambulanza più sicura del mondo: la pancia della sua mamma. La madre, infatti, ha partorito in una delle sale operatorie dell’AOU Meyer Irccs, trasformata, per l’occasione, in sala parto.

Un intervento con tecnica mini-invasiva. Per correggere la grave e rara malformazione da cui era affetto, l’equipe chirurgica ha praticato tre fori nel suo torace: uno del diametro di cinque millimetri e gli altri di tre millimetri. Queste minuscole aperture hanno consentito il passaggio di strumenti di ultima generazione (anche questi di appena tre millimetri) grazie ai quali la parte dell’intestino fuoriuscita a causa della malformazione è stata riposizionata nella sede originaria e il torace è stato chiuso con una sutura primaria. Il tutto è avvenuto sotto l’occhio di una microscopica sonda munita di telecamera. L’intervento, durato in tutto un’ora e venti minuti, è perfettamente riuscito. A coordinare l’equipe chirurgica è stato il professor Mario Lima, uno dei maestri della chirurgia pediatrica italiana del Sant’Orsola di Bologna che ha avviato una collaborazione con il pediatrico fiorentino. Accanto a lui, i colleghi Roberto Lo Piccolo ed Elisa Severi, mentre il professor Zaccaria Ricci ha monitorato il piccolo paziente sotto il profilo anestesiologico e rianimatorio. Subito dopo l’operazione, il neonato è tornato nella sua cullina della Tin, diretta dal dottor Marco Moroni. Come detto, non ha alcuna cicatrice e non è stato necessario tagliare alcun muscolo, limitando gli effetti collaterali che un intervento tradizionale avrebbe sicuramente provocato. Il decorso post-operatorio sta procedendo nel migliore dei modi: il piccolo è stato progressivamente stubato e ora respira già in modo autonomo. Oggi è stato anche avvolto dall’abbraccio della mamma.

Un parto eccezionale. La riuscita dell’operazione del piccolo è stato un grande successo per il Meyer. Dopo più di dieci anni, il Meyer è tornato ad accogliere la nascita di un bambino affetto da questa rara e grave malformazione congenita che colpisce un neonato ogni 3000. Per garantire la massima sicurezza della mamma e del suo piccolo, l’ospedale pediatrico fiorentino ha ospitato una equipe anestesiologica e ostetrica dell’ospedale di San Giovanni di Dio: sono stati loro ad assistere la mamma durante il parto eseguendo un cesareo programmato.