PER I NOSTRI FIGLI
In occasione della prima visita del neonato dal pediatra di famiglia, i genitori trepidanti e un po' timorosi di fronte al loro piccolo hanno tante domande da fare e dubbi da dissipare! Una domanda tra le più frequenti riguarda le “fontanelle”: cosa sono? quando si chiuderanno? cosa comporta una chiusura precoce o ritardata? cosa significa se si presenta infossata o gonfia, sporgente e pulsante? Molti hanno paura anche semplicemente a toccarle nel timore, infondato, di provocare una danno al bambino o perché “fa impressione” toccare questa zona cosi morbida a così “poca distanza dal cervello”.
Proviamo a dare delle risposte alle domande più frequenti. Cosa sono e quante sono? Le fontanelle craniche sono quello spazio morbido, costituito da una membrana di tessuto molle e fibroso ma resistente, che si crea laddove le ossa craniche si incontrano costituendo una sutura. La loro presenza è fondamentale per conferire al cranio quella flessibilità, che consente, al momento della nascita, il passaggio attraverso il canale del parto. Durante il primo anno di vita, la presenza delle fontanelle permette al cervello di crescere e svilupparsi adeguatamente in struttura e dimensioni, ciò non sarebbe possibile se la scatola cranica fosse rigida e fissa. Le fontanelle sono sei, quelle più importanti sono l’anteriore, alla sommità della testa che viene palpata più frequentemente ed ha una forma romboidale, e quella posteriore, più piccola, di forma triangolare, che di solito si presenta già parzialmente chiusa alla nascita.
A che età si chiudono?
Quando il tessuto fibroso di cui è costituita la membrana che ricopre la fontanella viene sostituita dal tessuto osseo si dice che è avvenuta la chiusura; questo processo può non avvenire contemporaneamente in tutte le fontanelle ma di solito si conclude nei primi due anni.
Tra un bimbo e l’altro esiste un’ampia variabilità nei tempi di chiusura delle fontanelle, e dunque prima di preoccuparsi e magari ricorrere alla consulenza del dottor Google, è più sensato rivolgersi al proprio pediatra che, in occasione dei vari bilanci di salute ha la possibilità di monitorare la crescita del bimbo per il peso, la lunghezza, la circonferenza cranica, lo sviluppo psicomotorio e rilevare eventuali segni clinici correlati ad una precoce o ritardata chiusura delle fontanelle.
Da un punto di vista clinico la precoce saldatura delle fontanelle non permette un corretto accrescimento del cervello e questo può comportare conseguenze molto serie a carico delle capacità neurologiche del bimbo, pertanto si rendono necessari approfondimenti diagnostici (visita neurochirurgica, oculistica, radiografia al cranio) e nei casi più gravi un intervento chirurgico per risolvere la cosiddetta craniostenosi.
Un ritardo nella chiusura della fontanella va considerato in una valutazione generale del bimbo, di solito si associa a segni e sintomi clinici che indirizzano verso la diagnosi di malattie particolari come l’ipotiroidismo, il rachitismo (carenza di vitamina D), la sindrome di Down etc. Queste malattie possono manifestarsi come primo segno clinico, proprio con un ritardo del processo di ossificazione del cranio e quindi con fontanelle ancora ampie e molli al di là dell’età in cui dovrebbero essere già saldate.
Cosa significa se la fontanella è “infossata”?
Si definisce “infossata” una fontanella che si palpa ben al di sotto delle ossa circostanti ed è spesso un segnale di allarme poiché può conseguire a una disidratazione del bambino come in occasione di una diarrea importante, di un’eccessiva sudorazione oppure un’alimentazione scorretta. Queste sono situazioni gravi che vanno subito sottoposte all’attenzione del pediatra che prescriverà opportuna terapia con soluzioni saline reidratanti.
E se invece è bombata?
Palpare una fontanella lievemente bombata di solito non deve preoccupare, specie se il bambino sta piangendo o se è sdraiato. Ben diversa è una fontanella tesa, sporgente, rilevata in un bimbo seduto, tranquillo o sofferente con febbre alta, agitazione o al contrario sonnolenza eccessiva: è un segno allarmante che necessita di essere valutata con urgenza ed avviata ad accertamenti specifici.
Infine, due accorgimenti: molti bambini presentano la cosiddetta “crosta lattea” espressione sul cuoio capelluto di una seborrea neonatale che si presenta con le tipiche squame giallastre ed untuose proprio in corrispondenza della fontanella anteriore. Ciò non costituisce un motivo per non lavare accuratamente la testa del bimbo, basta massaggiare delicatamente con prodotti specifici e rimuovere le squame della crosta lattea anche con gli appositi pettinini.
In caso di traumi, come detto in precedenza, il tessuto che ricopre le fontanelle pur non avendo la consistenza dell’osso è molto resistente e quindi protettivo, in grado cioè di attutire meglio gli eventuali colpi alla testa. Ciò non toglie che in occasione di traumi accidentali del capo è sempre opportuno l’osservazione attenta e il monitoraggio, nelle ore e nei giorni successivi, delle condizioni generali del bimbo e nel caso di dubbi.