PSICOLOGIA

a cura della dottoressa Marianna Scollo Abeti, psicologa psicoterapeuta, servizio di Psicologia ospedaliera AOU Meyer Irccs

Il legame tra genitori e figli è un legame complesso e determinante nella vita di ogni individuo.
Quando un ambiente familiare è eccessivamente concentrato e focalizzato sulla performance può avere effetti profondi e duraturi sul benessere del bambino. La volontà di vedere i figli eccellere in ogni campo della loro vita può trasformarsi in una fonte di eccessiva pressione per quest’ultimi.
In una società sempre più competitiva dove il successo sembra legato a risultati oggettivi e quantificabili alcuni genitori possono scambiare l’alto rendimento scolastico e le prestazioni eccellenti nelle attività che i figli praticano come l’unica maniera per valutare la loro realizzazione. Quando però le richieste superano le capacità che il bambino può impiegare vi è il forte rischio di ricadute emotive e psicologiche di difficile gestione per il bambino.
Il coinvolgimento dei genitori si articola in due dimensioni: comportamenti di supporto e pressione.

Per capire meglio di cosa si tratta potremmo dire che il supporto è rappresentato da comportamenti o commenti come scegliere buone opportunità, partecipare agli allenamenti e alle competizioni del bambino, dimostrare piacere, offrire lodi o feedback sulla prestazione. La pressione invece è rappresentata da comportamenti o commenti destinati a suscitare risposte e risultati che sono importanti per il genitore e che producono aspettative elevate o addirittura irraggiungibili nella mente dei bambini. La pressione può manifestarsi in comportamenti evidenti, come i genitori che spingono il loro figlio a fare più allenamenti oppure a giocare a un livello più avanzato, o in comportamenti nascosti, come gli sguardi di delusione dei genitori dopo una prestazione deludente.

Le conseguenze negative possono articolarsi su più fronti.

Ansia e stress: genitori altamente coinvolti nelle attività dei figli possono essere percepiti come fornitori di livelli adeguati di incoraggiamento e supporto oppure come esercitanti una pressione eccessiva. Il rischio di quest’ultima è che i bambini si preoccupino solamente di soddisfare le aspettative dei genitori creando uno stato di stress continuo e innalzando fortemente i livelli di ansia.

Bassa autostima: se valutati solamente in base alle loro prestazioni i bambini rischiano di sviluppare una bassa autostima, sentimenti di angoscia e colpa e di conseguenza un calo del divertimento e della motivazione. Il messaggio che ricevono è che il loro valore dipende solamente dai risultati che ottengono e non dalle loro qualità personali. Al contrario, la partecipazione dei genitori caratterizzata da lodi e comprensione promuove un aumento del divertimento e della motivazione.

Perfezionismo patologico: la pressione eccessiva può anche portare i bambini a sviluppare un perfezionismo esasperato. Così facendo è probabile che i figli non saranno poi capaci di accettare errori e fallimenti e potranno sperimentare più frequentemente senso di insicurezza e frustrazione.

Umore negativo e isolamento sociale: come immaginabile, l’insoddisfazione e la paura del fallimento possono condurre a un tono dell’umore costantemente negativo. Sentirsi costantemente giudicati e sotto pressione può portare verso l’isolamento sociale sia per la paura del confronto con gli altri sia per la rinuncia a momenti di svago per concentrarsi prevalentemente sulle prestazioni richieste in famiglia. È importante quindi cercare di arginare questi effetti negativi delle aspettative genitoriali ricordandosi di valorizzare l’unicità del bambino e le sue naturali inclinazioni, ascoltando le sue esigenze e la sua sensibilità, enfatizzando il valore dello sforzo a prescindere dal risultato.