IL GIOCO È UNA COSA SERIA

di Manuela Trinci, psicoterapeuta infantile, direzione scientifica Ludo-biblio AOU Meyer

Il “gioco” in questo caso è facilissimo e per nulla costoso e si può giocare a scuola oppure a casa, magari durante una festicciola fra amici. E diciamoci la verità, si tratta soprattutto di mettere in campo, seppure in maniera ruspante, le proprie abilità artistiche disegnando in coppia.

Ben si sa come il disegno sia, proprio come il gioco e il giocare, uno “strumento” naturale nella vita di ogni bambino. Chi non ricorda i primi scarabocchi del proprio figlio, quei movimenti delle piccole mani in avanti e indietro sui fogli di carta, sui tavoli, quelle prime tracce quasi motorie che come scriveva Paul Klee sembrano linee portate a passeggio dai bambini stessi.

Ci sono poi gli anni dei colori a dito, quei bagni di colore, di festa, ora ai Nidi ora alle Scuole dell’Infanzia, ci sono le matite, gli acquerelli, i pennarelli non di rado accompagnati da querelle fra educatrici e esperti se siano meglio gli uni o gli altri, seppure Maria Montessori avesse attribuito il primato alle matite proprio perché sviluppano le capacità di manualità fine e creano effetti sempre nuovi, abituando così anche i più piccoli alle sfumature della vita.

Con i disegni si raccontano storie, si dà voce, espressione, ai propri tumulti sentimentali e si stabiliscono alcune tappe della crescita. C’è un intreccio importante, infatti, nel disegnare dei bambini, un intreccio fra i loro sguardi rivolti al mondo reale, quotidiano, e le loro mani che trattengono le impressioni, le sensazioni, trasformandole inconsapevolmente in strutture mentali.

Tanto che a favore del contatto diretto fra il bambino, la matita e il foglio di carta si sono espressi anche alcuni esperti del Dipartimento di Pediatria del Boston Medical Center, gettando così uno sguardo sospettoso su tablet e schermi virtuali sui quali poter disegnare immagini più o meno preconfezionate al motto, oggi molto in voga nel mondo digitale, di “libera l’artista che c’è in te”.

E allora torniamo al clima festante delle tante possibili declinazioni di “foglio matita e fantasia” e iniziamo a giocare.

A disposizione occorre avere un grande foglio di carta, tante matite colorate e soprattutto un bel po’ di fantasia perché si tratta di realizzare, in squadre formate da coppie, una creatura pazzesca!

Per iniziare bisogna avvalersi di una giuria che possibilmente si intenda d’arte; poi formare le coppie, dopo di che si dovrà piegare - nel senso della larghezza - il foglio bianco in quattro pannelli. Ed ecco che ogni partecipante provvederà a disegnare,in cima al primo pannello del proprio foglio,una testa (di persona, animale o…) arrivando con il collo fino all’inizio del secondo pannello, ma avendo cura di piegare il pannello in maniera tale che la testa non si veda! Toccherà al suo partner, ignaro della testa dipinta, disegnare il tronco, ripiegando il secondo pannello e lasciando, questa volta, qualche segno in maniera tale che il suo compagno di squadra possa proseguire disegnando le gambe o le zampe. L’ultima mossa sarà disegnare i piedi di quella che sicuramente apparirà come una creatura pazzesca.

Una volta realizzate le varie “creature” si dovrà procedere alla loro esposizione al pubblico: tutti i disegni saranno attaccati con le mollette da bucato a un filo di lana sospeso in aria e la giuria provvederà a nominare i vincitori. E per premio? Biglietti omaggio per il museo di Storia naturale di Firenze… alla ricerca di creature leggendarie e pazzesche.