PAROLA DI ESPERTO
L'esofagite eosinofila è una malattia caratterizzata da infiammazione localizzata all'esofago. L’esofago è il tratto di canale alimentare che collega la bocca (faringe) allo stomaco.
Si tratta di una infiammazione cronica: ciò però non significa che il bambino stia “cronicamente male”, in quanto, grazie anche a una corretta gestione, si può raggiungere una remissione clinica (scomparsa dei sintomi). L’infiammazione e i sintomi però possono ripresentarsi anche dopo un periodo di remissione, pertanto è importante che questi piccoli pazienti siano adeguatamente seguiti.
L'esofagite eosinofila è provocata da una reazione del sistema immunitario: si innesca un'infiammazione a cui prende parte un gran numero di leucociti (globuli bianchi) eosinofili. Gli eosinofili sono cellule che svolgono un ruolo importante nella difesa dalle infestazioni parassitarie e nelle reazioni allergiche. Nella esofagite gli eosinofili sono i protagonisti dell'infiammazione, attraverso i numerosi mediatori cellulari che rilasciano durante la loro attività.
L’esofagite eosinofila non è una malattia frequente (incidenza 10 su 100.000), vi è però un sensibile aumento di nuove diagnosi negli ultimi anni.
I pazienti più spesso colpiti sono di sesso maschile, in età preadolescenziale -adolescenziale (età media alla diagnosi 10 anni), ma può colpire pazienti di tutte le età e di ambo i sessi. Spesso è il bambino con esofagite eosinofila ha anche una storia di allergia alimentare e/o respiratoria. Durante gli episodi di attività della malattia, il paziente presenta più spesso sintomi tipici. In alcuni casi, invece, l'esofagite eosinofila può manifestarsi con sintomi aspecifici, che possono rendere più difficile la diagnosi.
Il sintomo tipico è rappresentato dalla difficoltà di far passare il cibo attraverso l’esofago (disfagia), con sensazione soggettiva di cibo che progredisce con difficoltà lungo l’esofago. Questo può portare alla lunga all’adozione di “strategie” da parte del bambino per riuscire a mangiare (ad esempio posizionarsi in pose particolari per far scendere il boccone, necessità di bere molto durante il pasto).
Si possono verificare anche episodi ricorrenti di ostruzione acuta da bolo alimentare: il bambino ingerisce un boccone – spesso succede con la carne – e "non gli va più su né giù". Il bambino prova a bere ripetutamente ma a volte non riesce a "disincagliarlo". Deve allora andare in pronto soccorso, dove talvolta viene eseguito un intervento endoscopico per estrarre il boccone dall'esofago. Questi episodi possono essere stagionali e avvengono soprattutto in primavera. Per una corretta diagnosi di esofagite eosinofila è importante anzitutto un'attenta raccolta della storia dei problemi di salute del bambino e su una visita clinica accurata.
L'endoscopia con biopsie multiple dell'esofago rappresenta l'unico metodo attendibile per confermare il sospetto diagnostico di esofagite eosinofila e per seguirne l'andamento nel tempo (follow-up). Per l'esofagogastroduodenoscopia viene utilizzato un endoscopio, un sottile tubo flessibile munito alla sua estremità di apparati ottici e di una sorgente luminosa che permette al medico di osservare la parete dell'esofago direttamente sullo schermo di un computer.
L'endoscopio permette anche di prelevare alcuni frammenti della mucosa dell'esofago, le biopsie, che vengono inviati in laboratorio, opportunamente colorati e osservati poi al microscopio. Quel che si vede al microscopio (l'istologia) permette di fare diagnosi. L'esofagite eosinofila, in quanto malattia cronica, può necessitare di una terapia di lunga durata, adattata al singolo paziente. Dopo aver gestito la fase iniziale della malattia, diventa indispensabile prevenire eventuali riacutizzazioni.
I farmaci e la dieta sono le opzioni più comunemente proposte; tra i farmaci utilizzati ci sono i corticosteroidi ad azione locale sull’esofago.
La dieta, con esclusione di specifici alimenti può essere efficace. Si deve sottolineare che lo schema dietetico deve essere sempre proposto e gestito dal medico specialista che segue il bambino. Tra l’altro è doveroso tener presente che si tratta di schemi anche piuttosto restrittivi: questo può creare della difficoltà nell’accettazione del piccolo paziente. L'esofagite eosinofila rappresenta una delle malattie che più si giovano di una integrazione multidisciplinare.
Sia per la diagnosi che per la terapia è indispensabile una stretta e continua collaborazione tra pediatri generalisti, allergologi, gastroenterologi, istopatologi, dietisti.