PSICOLOGIA

di Francesca Maffei, responsabile del servizio di psicologia ospedaliera AOU Meyer

La bocciatura è un’esperienza frustrante per il ragazzo e può turbare l’equilibrio dell’intera famiglia: ecco perché diventa importante affrontare questo evento in modo costruttivo aiutando il figlio a trasformare l’esperienza in un insegnamento utile per il futuro. È importante che ci sia un buon dialogo tra la famiglia e la scuola per comprendere le cause che hanno portato alla bocciatura. Nella maggior parte dei casi le cause sono tre: uno scarso impegno, un cattivo metodo di studio, oppure un errore di orientamento.

Quando la bocciatura avviene in prima media, molto probabilmente il ragazzo non è riuscito a fare il salto richiesto dal cambio di scuola ed è necessario lavorare sul metodo di studio. Quando accade in prima superiore bisogna anche chiedersi se il tipo di scuola scelta sia quello giusto. È importante ascoltare il punto di vista del ragazzo, aiutarlo a riflettere sulle motivazioni che l’hanno portato alla bocciatura evitando di screditarlo eccessivamente rinfacciandogli continuamente quanto è accaduto. Questo comportamento da parte degli adulti, mina il senso di sé, invece è importante sostenere la fiducia e l’autostima in modo realistico affinchè il ragazzo percepisca che con un adeguato impegno e metodo di studio potrà affrontare il percorso scolastico, scelto in base alle sue inclinazioni e capacità.

I genitori possono valutare insieme ai professori le azioni da intraprendere: se la scuola non è quella giusta per il ragazzo è opportuno capire l’alternativa migliore; se il problema non è il tipo di scuola bisogna analizzare se il punto critico è il metodo di studio, oppure uno scarso interesse e motivazione allo studio. Nei casi in cui la bocciatura è stata causata dallo scarso impegno, i genitori devono far riflettere il figlio sulla sua responsabilità e porre dei limiti chiari. Le punizioni sono inutili, piuttosto è utile responsabilizzare il figlio durante l’estate per riparare all’errore, affidargli dei compiti utili per tutta la famiglia come fare la spesa, aiutare in casa e chiedergli di impegnarsi in attività più intellettuali, aiutandolo ad esempio a scegliersi libri che possano interessarlo ed essergli utili. Durante l’estate non è proficuo imporre di studiare tutti i giorni, piuttosto è utile alternare giorni dedicati allo svago e al riposo a giorni dedicati al ripasso e alla lettura.

Infine è diverso il caso in cui la bocciatura sia il frutto di un anno difficile, ad esempio una condizione organica che ha causato molte assenze e difficoltà a stare al passo con lo studio o un grave disagio psicologico che ha interferito con la capacità di concentrazione sullo studio. In questi casi, se il ragazzo è frustrato e mortificato per l’insuccesso scolastico è fondamentale che la scuola e la famiglia adottino un approccio supportivo utile a far capire al ragazzo che la bocciatura non è una punizione, ma la possibilità di recuperare con serenità e con il dovuto tempo le lacune negli apprendimenti.