PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Con un po' di malcelato pudore: “Dottoressa il pisellino di mio figlio si apre, ma non scende! Al mio invece non si apre nemmeno… è troppo stretto! Devo preoccuparmi? Devo fare la “ginnastica al pisellino”? Dovrà fare la circoncisione? Come faccio a pulirlo? Rischia di infettarsi?”.

Questi e molti altri i quesiti che più frequentemente ogni genitore, preoccupato dal pisellino del proprio piccolo, solitamente pone in occasione delle prime visite dal pediatra. È importante per prima cosa capire di cosa parliamo: il glande è “la punta rosea del pisellino” cioè la parte alta laddove c’è il forellino (lo sbocco dell’uretra) da cui esce la pipì. Il prepuzio è “la parte di pelle che ricopre il glande” e che in genere i genitori pensano che debba essere “tirata giù” completamente quando si lava, e temono che la mancata scopertura possa compromettere la funzionalità del pisellino. In realtà l’adesione del prepuzio al glande tramite dei residui fibrosi (aderenze) svolge una funzione protettiva, immunitaria ed erogena. Queste aderenze sono destinate, nella maggioranza dei casi, a risolversi spontaneamente nel corso dei primi anni del bimbo (circa il 90% entro 3 anni).

In una minoranza dei casi si ricorre all’intervento chirurgico (circoncisione), cioè quando il pediatra, nella valutazione dei genitali del piccolo, rileva che non si tratta delle aderenze prepuziali fisiologiche ma di un prepuzio poco flessibile ed un anello fibrotico di tessuto cicatriziale (anello fimotico) che non permetterà mai la scopertura del glande e rende difficoltosa anche la fuoriuscita dell’urina.

Ben diversa è la situazione della fimosi fisiologica: il prepuzio appare stretto ma integro, flessibile e non presenta nessuna cicatrice, manca in pratica l’anello fimotico. In questo caso basta solo l’osservazione nel tempo aspettando la naturale risoluzione di questo piccolo problema. Nell’attesa, il pediatra può prescrivere un ciclo di qualche settimana di una crema cortisonica, applicata con lieve massaggio e delicata trazione del prepuzio (senza esagerare per evitare strappi e conseguenti cicatrici), allo scopo di accelerarne l’evoluzione e la conseguente apertura.

Risulta superfluo che, un’accurata igiene quotidiana dei genitali e delle mani, concorre a prevenire episodi di balano postite (infiammazione acuta del glande e del prepuzio) e quindi di retrazioni cicatriziali; anche le frequenti dermatiti da pannolino possono essere determinanti nel produrre lesioni a livello dell’anello prepuziale. La famosa “ginnastica prepuziale”, consigliata fino a 20 anni fa, si ritiene attualmente priva di fondamento anzi deleteria poiché l’apertura forzata del prepuzio può portare alla formazione di un anello cicatriziale e trasformare una fimosi fisiologica in una patologica da risolvere solo con la circoncisione.
Questo non significa che non si debba toccare assolutamente il prepuzio durante il bagnetto o la detersione quotidiana, ma una trazione delicata fin dove arriva per far penetrare acqua e sapone è più che adeguata.