PAROLA DI ESPERTO

a cura della dottoressa Lara Fusani, pediatra, medico malattie infettive, AOU Meyer Irccs

La pertosse, detta anche “tosse canina”, è una malattia infettiva altamente contagiosa causata dal batterio Bordetella pertussis. La trasmissione avviene attraverso goccioline di saliva diffuse nell’aria dalla persona malata tramite tosse o starnuti. Può essere contratta a qualsiasi età, ma le conseguenze e le complicanze più gravi si verificano nei bambini sotto l’anno di età, particolarmente vulnerabili a questa infezione.

La pertosse ha un periodo di incubazione di circa 10 giorni e nella fase iniziale, prima che insorga la tipica tosse persistente, si presenta con sintomi simili a quelli di un comune raffreddore come naso che cola, starnuti, tosse lieve, calo dell’appetito e febbricola. Questa fase (nota anche come fase “catarrale”) ha una durata variabile, da 1 a 2 settimane, e rappresenta anche il momento in cui il malato è maggiormente contagioso. Progressivamente la tosse peggiora, con attacchi sempre più violenti che possono concludersi con conati di vomito o con un tipico "urlo inspiratorio" (fase “parossistica”). Gli accessi di tosse nei neonati e lattanti possono complicarsi con apnee e insufficienza respiratoria, e i ridotti livelli di ossigeno possono arrivare a comportare gravi danni al sistema nervoso centrale (encefalopatia). Nei bimbi più grandi e negli adolescenti, specie se precedentemente vaccinati, di solito la tosse è persistente (fino a 10 settimane) ma modesta, motivo per cui talvolta non viene segnalata al medico.

La diagnosi è clinica, formulata principalmente sulla base delle tipiche caratteristiche della tosse, e confermata isolando il batterio su tampone naso-faringeo.
La terapia della pertosse consiste nell'utilizzo di antibiotici, che possono migliorare il decorso della malattia riducendo l’intensità dei sintomi se somministrati precocemente, ovvero nella prima fase della malattia (fase catarrale). Successivamente, una volta iniziata la fase parossistica con i tipici attacchi di tosse, gli antibiotici hanno un limitato effetto nel mitigare i sintomi, ma sono comunque raccomandati per ridurre la contagiosità.

Per questo motivo è di fondamentale importanza la prevenzione, che si basa sostanzialmente sulla vaccinazione. Nel primo anno di vita la vaccinazione contro la pertosse, inclusa nel vaccino esavalente, prevede un ciclo di tre dosi, a cui seguono dei richiami a 5-6 e tra gli 11-18 anni. Purtroppo, la protezione conferita dalla vaccinazione tende progressivamente a ridursi, motivo per cui è fortemente raccomandato ripetere la somministrazione di ulteriori richiami ogni 10 anni. Inoltre, di fondamentale importanza, è la vaccinazione delle donne in gravidanza.
Come detto in precedenza, la pertosse contratta dal neonato può essere molto grave, per cui la mamma deve ripetere il richiamo a ogni gravidanza, anche se in regola con tutti i richiami o se ha avuto lei stessa in precedenza la pertosse. La vaccinazione è sicura, non comporta alcun rischio né per la mamma né per il bambino, e dovrebbe essere effettuato tra la 27esima e la 36esima settimana di gravidanza, in modo in modo da trasmettere la maggior quantità di anticorpi protettivi al neonato.