PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Fino agli anni ‘90 i vari cicli vaccinali si concludevano con i bambini dell’età infantile-prescolare: in pratica non c’erano vaccinazioni specifiche per l’età adolescenziale che dunque ha avuto, fino a poco tempo fa un ruolo marginale nel calendario nazionale per i vaccini.

Grazie alla ricerca scientifica, sono stati raggiunti alti livelli di sicurezza ed efficacia di numerosi vaccini introdotti, in questi ultimi anni, per la prevenzione primaria di tante malattie infettive e non. Questo ha permesso di dedicare maggiore attenzione proprio all’età adolescenziale che è divenuta cruciale per le campagne vaccinali tese a proteggere il singolo, ma anche l’intera comunità (bambini, adulti e anziani).

In quest’ottica è proprio il pediatra di famiglia che, nella valutazione dell’adolescente, ad iniziare dal Bilancio di Salute del decimo anno fino alla conclusione dell’età pediatrica (14-16 anni), si fa carico di verificare le vaccinazioni fatte in precedenza, raccomanda e consiglia quelle specifiche di quell’età, proponendo quelle mancanti e programmando le eventuali dosi di richiamo.

Purtroppo c’è da considerare che, per alcuni vaccini, la cui pianificazione sul territorio nazionale non sempre adeguata e la diffusione di messaggi falsamente allarmistici riguardo a possibili effetti dannosi delle vaccinazioni, non è stato possibile raggiungere la soglia di copertura (almeno il 95% dei soggetti vaccinati) a garanzia della cosiddetta “immunità di gregge” in grado di proteggere anche coloro che non possono essere vaccinati (immunodepressi). Questa situazione ha fatto sì che alcune malattie prevenibili con i vaccini, tipicamente dell’età infantile, si spostassero verso l’età adolescenziale e adulta, con manifestazioni cliniche più importanti e gravi e non pochi effetti collaterali.

Sappiamo bene come l’adolescente abbia, tra le proprie caratteristiche, frequenti momenti di socialità allargata (discoteche, palestre, bar, scuole) che facilmente favoriscono la diffusione di infezioni. Quindi spesso l’adolescente può rappresentare il “reservoir” (serbatoio) di alcune malattie infettive che possono colpire poi soggetti non vaccinati come i bimbi piccoli di età inferiore a 3 mesi o anziani (nonni) con malattie croniche e quindi a rischio.

Vediamo ora quali sono i vaccini raccomandati per un adolescente, alla luce delle più recenti conoscenze scientifiche:

  • Difterite, tetano, pertosse e poliomielite: Al 14esimo anno è raccomandato il richiamo di questo vaccino quadrivalente per rafforzare l’immunità raggiunta con le dosi somministrate durante l’infanzia. E’ bene ricordare che gli anticorpi per ogni singolo agente infettivo tendono a ridursi con il tempo, è quindi importante che, dopo l’ultima dose in adolescenza, si somministri una dose di richiamo anche in età adulta o in momenti particolari della vita come ad esempio in gravidanza. Per quel che riguarda la pertosse, è noto che né la malattia naturale né la vaccinazione eseguita nell’infanzia garantiscono una immunità permanente e l’adolescente come l’adulto sono proprio coloro che possono trasmettere la malattia al neonato non ancora protetto dalla vaccinazione, con effetti a volte devastanti. Per questa ragione, si raccomanda la vaccinazione alle donne nell’ultimo trimestre di gravidanza per proteggere il lattante nei primi mesi di vita.
  • Morbillo, parotite, rosolia e varicella: in corrispondenza del Bilancio di salute del 10° anno il Pediatra verifica se la vaccinazione per queste malattie risulta assente, incompleta o parziale e provvede a sanare lo stato immunitario del giovane per evitare il rischio di contrarre una di queste malattie in età adulta quando gli effetti collaterali e la sintomatologia stessa sarebbero ben più gravi di quelli che si osservano durante l’infanzia (basti pensare al potenziale danno della rosolia o della varicella sul feto se contratte dalle donne in gravidanza).
  • Vaccinazione anti papilloma virus: questo vaccino, in particolare, è specifico per l’adolescente ed è il primo vaccino in grado di prevenire un tumore maligno (carcinoma della cervice uterina per le femmine e del pene, ano e cavo orale per i maschi). L’età adolescenziale è quella ottimale per la somministrazione di questo vaccino per entrambi i sessi, prima che abbiano iniziato l’attività sessuale dato che la trasmissione del papilloma virus si avvale proprio di questa via. Il vaccino induce una risposta immunitaria migliore se somministrato entro i 14 anni e per questa ragione in Italia, la vaccinazione contro l’HPV è offerta gratuitamente se eseguita in quella fascia di età.
  • Vaccinazione contro il meningococco (C e A,C,W,Y): raccomandata fortemente negli adolescenti in relazione al picco di incidenza in quest’età dovuto allo stile di vita dei giovani, tipicamente in aggregazione, spesso in locali chiusi e affollati ( discoteche, bar, campus, ecc) con scambio frequente di bicchieri, bottiglie e sigarette. Dai dati statistici si vede come esistono due periodi ad alto rischio di contrarre un’infezione da meningococco: la prima infanzia e l’adolescenza. È per questo che è prevista una prima dose di antimeningococco C nei bambini intorno all’anno di età ed un richiamo in adolescenza con un vaccino che contiene i 4 sierotipi maggiormente implicati nelle infezioni per quell’età.
  • Influenza: l’indicazione a eseguire il vaccino anti-influenzale ogni anno, è prevista per tutte le categorie di tutte le età a rischio (coloro cioè che hanno una patologia preesistente). Vaccinarsi contro l’Influenza stagionale in vista del prossimo autunno-inverno potrebbe essere ancora più importante, in vista della compresenza del Covid-19. Non è solo per distinguere tra le due infezioni che si presentano con una sintomatologia iniziale pressocchè uguale, e non solo perché chi si ammala di Influenza reagisce peggio all’infezione da Covid-19 ma perché sembra che i virus Influenzali facilitino l’ingresso del corona -virus nei polmoni amplificando la presenza di quei recettori che il Corona virus usa per attaccare le nostre cellule e infettarle.

In conclusione, promuovere e aumentare la copertura vaccinale negli adolescenti è un obiettivo di salute pubblica importante e potrebbe essere raggiunto adottando un approccio di comunicazione speciale con i ragazzi e le ragazze: coinvolgendoli e rendendoli consapevoli dell’opportunità di essere protetti dal rischio di infezioni gravi. Sappiamo bene come l’adolescente prediliga gli atteggiamenti rischiosi, con poca considerazione della propria salute specie se proiettata in un futuro non imminente (come succede per il tumore ai genitali provocato dal Papilloma virus in età adulta … lontana) e quindi catturare la sua attenzione rientra tra i vari compiti del Pediatra che può trasmettere messaggi chiari e semplici da essere facilmente accolti e accettati, per far sì che si ottenga un comportamento responsabile ed un’adesione convinta alla proposta vaccinale.