PSICOLOGIA
La nostra psicologa risponde a una mamma preoccupata dal comportamento del suo bimbo di 3 anni, un po’ “impetuoso” nei confronti dei compagni e la sorellina
Salve, sono la mamma di due bambini. Mio figlio ha 3 anni e 7 mesi, frequenta la scuola materna, prima ha frequentato il nido e ha una sorellina di 2 anni. Scrivo perché non riesco a capire il comportamento che il più grande ha all’asilo nei confronti dei suoi compagni. Secondo quanto mi racconta la maestra e secondo quanto mi raccontavano anche al nido, lui allunga le mani nei confronti degli altri bambini. Soprattutto nelle occasioni di gioco libero mio figlio abbraccia gli altri bambini fino a buttarli in terra, ci si butta letteralmente sopra, li strizza, li spinge, li tocca in maniera irruenta. Ciò crea naturalmente situazioni di confusione, lite e l’allontanamento degli altri bambini.
Da quanto ho potuto vedere ha questo atteggiamento così fastidioso e dispettoso solo nei confronti dei bambini con i quali ha un rapporto di amicizia più stretto. Quando, invece, frequentiamo parchi giochi o andiamo a compleanni dove non ci sono i suoi amici, gioca tranquillamente per i fatti suoi ed in modo più pacato. In casa è un bambino vivace ma abbastanza ubbidiente, riesce a giocare da solo per un po’ di tempo e qualche volta a giocare, senza litigare, con la sorellina.
Con la sorellina ha un po’ lo stesso atteggiamento , la bacia e l’abbraccia a volte esagerando un po’. In alcuni momenti, soprattutto se ci sono i nonni, è un po’ più manesco con lei, la spinge, la tira e le leva i giochi! Vorrei capire perché mio figlio si comporta in maniera così eccessiva e sovraeccitata con i suoi compagni e come fare a fargli capire che non si deve comportare in questo modo perché altrimenti i suoi compagni finiranno per escluderlo dai giochi ed i genitori degli altri bimbi a lamentarsi .
Sinceramente non riesco più ad accettare questo suo comportamento perché mi infastidisce molto anche nei confronti dei genitori degli altri bambini. Grazie. Cordiali saluti
Gentile signora, credo che suo figlio sia sperimentando il suo tentativo di trovare un proprio modo di relazionarsi in modo significativo con i coetanei. Dal suo comportamento possiamo dedurre che non sia ancora riuscito a trovare la giusta distanza nella relazione, quando desidera manifestare un attaccamento, esso risulta adesivo e per questo sentito come eccessivo, come se volesse possedere ed essere un tutt'uno con l'altro. In questo momento il dover dividere le attenzioni degli adulti per lui significativi, che vorrebbe tutte per sé, si trova a sperimentare sentimenti ambivalenti di affetto e di rabbia. L'irruenza è proprio l'espressione anche della propria rabbia di dover dividere le attenzioni soprattutto di genitori e nonni con la sorellina, tali emozioni vengono poi "spostate" anche nei confronti dei bambini che come lui frequentano la scuola materna e con i quali condivide le attenzioni delle maestre, adulti significativi del contesto scolastico. La rabbia, signora, non la deve spaventare, in quanto è utile e rappresenta il motore per la crescita in questo momento rappresentata dalla necessità di suo figlio di trovare sempre più un proprio modo di essere e stare con gli altri, in modo autonomo senza l'appoggio e la mediazione di mamma e papà. A suo figlio, in modo dolce e tranquillo, va verbalizzato che capiamo quanto lui desideri dimostrare il suo affetto e il desiderio di essere guardato agli altri, ma che deve trovare un altro modo in quanto quello che sta utilizzando ora può spaventare e far ritrarre i bambini ed avere nei suoi confronti un comportamento opposto a quello desiderato. Gli si può chiedere anche, in modo semplice se c'è qualcosa che lo fa arrabbiare a scuola e a casa in modo che possa trovare delle parole per poter esprimere anche la parte di gelosia e rabbia così normali e significativi in questa fase della sua crescita.