IL GIOCO È UNA COSA SERIA

a cura della dottoressa Manuela Trinci, psicoterapeuta infantile, direzione scientifica Ludobiblio AOU Meyer IRCSS

Tempo di gite scolastiche e non solo! Quindi, volendo, tempo di cartoline ma, bando agli amarcord di cartoline in bianco e nero e al motto di Viva Munari, inventiamo e soprattutto giochiamo con le cartoline tattili.
E’ cosa nota, infatti, come quell’insuperabile genio di Bruno Munari sostenesse che cosa si potesse fare oltre a quello che normalmente si fa con quello stesso oggetto, nell’intenzione più volte dichiarata di educare bambini e ragazzini alla polisensorialità, preoccupato, Munari, che l’uomo del futuro fosse “senza naso e senza orecchi, perché non bada più al rumore e agli odori ecc…” Questa considerazione lo portò a invitare i designers a progettare tenendo presenti tutti i recettori sensoriali e gli artisti a pensare a un’arte che coinvolgesse tutti i sensi e non soltanto la vista ritenuta per troppo tempo la sola fonte di conoscenza. Ecco allora la centralità che egli attribuì al tatto, al linguaggio tattile, il più immediato, come insegnano i bambini, la prima forma di comunicazione. I bambini, fino da piccolissimi, devono toccare, manipolare, sentire i materiali, scoprendo così le differenze al tatto, le diverse consistenze, le differenti maniere in cui gli oggetti si presentano.

Intanto servono 4-5 giocatori in età over 10 e uno o due adulti, ingegnosi quanto pazienti che daranno mano nella costruzione e che, durante il gioco, si trasformeranno in arbitro e guardalinee.
Fondamentale sarebbe trovare un biciclettaio, quelli di una volta, che riparando le bici possa procurare gratis una dozzina di raggi tolti da bici dismesse. Ai raggi dobbiamo aggiungere almeno quattro mezze bottiglie di plastica da tagliare in cima e in fondo così da trasformare ciascuna di esse in due tubi di circa 10, 15 cm; sarà utile anche procacciarsi un po’ di ghiaino o qualche sassolino marino.

Diciamo, appropriandosi del titolo di una straordinaria mostra munariana (Milano 1979), che “le mani guardano”.
Con queste premesse possiamo dare il via al nostro gioco detto “Le cartoline tattili”.
Per prima cosa stabiliamo che occorrono dai 4 ai 6 giocatori, successivamente bisogna procurarsi almeno almeno 10 cartoline (spulciate pure nei cassetti di nonne nonni e zie attempate!).
Queste cartoline dovranno poi essere incollate su un cartone un po’ robusto, tipo quello degli scatoloni che si trovano fuori da molti negozi per la “raccolta carta”.
Diventate così più robuste, le cartoline dovranno essere tagliate in due, poi ancora in due così da avere quattro pezzi uguali. Una sorta di puzzle di alto livello! Sul retro di tali pezzi dovranno essere fissate con la colla quattro cose identiche. Per esempio: quattro tappi di birra o di plastica, quattro pezzetti della stessa stoffa come pure dei pezzetti di spago; la cosa importante è che i quattro oggetti uguali siano messi sul retro dei pezzi della stessa cartolina.

Volendo, in previsione del gioco e guardandosi intorno, si può addirittura prevedere una raccolta di materiale che può andare da penne di gallina a pezzi di carta, foglie di alberi, alghe, erbe acquatiche, carte vetrate di varia finezza, sughero, corde, metallo, pelle e pelliccia, tessuti di cocco, ruvide spugne, reticelle, pizzi così da offrire diverse sensazioni visive e tattili.
Ora però veniamo al gioco.

I pezzi della cartolina, se le cartoline saranno state 10, saranno 40 e dovranno essere posizionati in un sacchetto capiente, una federa va benissimo. A questo punto si parte per il primo giro e qui arriva il bello: ogni giocatore, bendato, dovrà pescare un pezzo che diventerà il pezzo della cartolina che lui dovrà ricostruire. Ma occhio alle regole: se a qualcuno dovesse capitare il pezzo di una cartolina già in “dote” a un altro giocatore, dovrà ributtarlo nel sacchetto e pescare di nuovo! Infatti ognuno deve essere in possesso di un pezzo di cartolina connotato da un contrassegno diverso.
Al secondo giro ciascun giocatore ha 15 secondi per pescare, avvalendosi del solo tatto, uno degli altri tre pezzi della sua cartolina: se non lo trova entro 15 secondi deve comunque pescare un pezzo e se questo appartiene alla cartolina di un avversario deve restituirglielo e ops… regalarglielo. Va messo in conto che possa vincere un giocatore senza pescare nemmeno un pezzo della sua cartolina, ma solo grazie agli errori degli altri. Quindi occhio, anzi mano!