PSICOLOGIA

a cura della dottoressa Alessandra Bettini, psicologa psicoterapeuta, servizio di Psicologia ospedaliera AOU Meyer Irccs

Con l’arrivo dell’adolescenza molto cambia, comprese le vacanze in famiglia: i desideri degli adolescenti spesso prendono direzioni diverse dai desideri dei genitori. Finiti i tempi in cui si “accontentavano” di avere un amico in vacanza insieme alla famiglia, la crescente ricerca di autonomia e libertà li porterà ben presto a chiedere di poter andare in vacanza da soli con gli amici.
Non stiamo parlando di vacanze studio o vacanze semi-sorvegliate, ma di vere e proprie prove di indipendenza. Si tratta di un passo importante, una richiesta normale e sana all’interno del percorso di crescita e separazione dai genitori, che può essere motivo di preoccupazione in famiglia, ma anche un’opportunità per favorire la responsabilità dei propri figli.

Le prime vacanze in solitaria, infatti, sono un ottimo banco di apprendimento e prova per le loro capacità organizzative, collaborative e di cura di sé, degli altri e degli spazi comuni. Ciò crea l’opportunità per un incremento della responsabilità e della fiducia fiduciosi nelle proprie capacità.
A quale età si può iniziare ad andare in vacanza da soli con gli amici? Ovviamente non esiste una risposta precisa, molto dipende dalle caratteristiche e dalla maturità del ragazzo, oltre che dalle valutazioni emerse da eventuali precedenti esperienze (come vacanze studio e vacanze con famiglie degli amici). In genere, comunque, si inizia a parlarne seriamente intorno ai 16-17 anni, quando le capacità di autonomia e responsabilità sono già superiori, mentre intorno ai 15 anni si può pensare a brevi spostamenti e contesti più familiari e controllati (come campeggi vicini al luogo di vacanza dei genitori di uno dei ragazzi). Quest’ultima tipologia di micro-esperienza rappresenta un passaggio più graduale e sicuro per tutti.

Ad ogni molto, la maturità conta certamente più dell’età anagrafica, ed è una valutazione che spetta ai genitori, i quali dovrebbero avere in mente il funzionamento del proprio figlio osservandolo nella quotidianità: è capace di adattarsi e gestire imprevisti (chiedendo aiuto se necessario)? Sa rispettare le regole concordate? È sufficientemente autonomo (a livello pratico ed emotivo)?
Sarà molto utile mantenere con i figli un dialogo aperto e chiaro rispetto a comportamenti accettabili, limiti e regole (comunicazioni giornaliere, gestione del denaro, etc.), senza mai far mancare la propria fiducia ed il proprio supporto. Un controllo leggero, attraverso una chiamata giornaliera e informazioni sugli eventuali spostamenti, potrà essere sufficiente a garantire una certa sicurezza senza invadere uno spazio di crescita.
Concedere ai propri figli una vacanza da soli è un modo per accompagnarli verso l'età adulta, mostrando che la libertà va di pari passo con il senso di responsabilità.