PSICOLOGIA
Tutti sognano... il feto inizia a sognare nell’utero a partire dal settimo mese di gravidanza, la donna incinta raddoppia il tempo dedicato al sogno per accompagnare la neurogenesi del suo bambino, gli esseri umani in media sognano per il 20% del tempo del loro sonno, sia che ricordino il sogno, sia che non lo ricordino. Tutti sognano, anche se dopo otto minuti dal risveglio, circa il 95% del contenuto dei sogni viene dimenticato.
I sogni assolvono a diverse funzioni nei bambini, possono ad esempio essere un mezzo per esprimere ansie, preoccupazioni e paure, emozioni che il bambino non riesce ad esprimere nella vita quotidiana, bisogni, desideri e fantasie, il sogno può essere inoltre un modo per elaborare una situazione che non riescono ad affrontare. Un evento piuttosto comune è quello in cui il bambino resta turbato da un sogno, di solito i bambini ricordano gli incubi e i sogni ricorrenti... non è raro, nemmeno tra gli adulti, ricordare gli incubi e i sogni ricorrenti dell’infanzia. I sogni possono essere visti come messaggi relativi a tematiche che riguardano la vita attuale; i contenuti ovvero i personaggi, gli oggetti e gli eventi che si svolgono nel sogno vogliono comunicare qualcosa su quelle parti interne che, per svariati motivi, vengono misconosciute e proiettate sugli elementi del sogno.
Come il genitore può aiutare il bambino quando rimane turbato da un sogno? È utile accogliere senza giudizi quello che ha da dire e facilitare la libera espressione dei pensieri, delle riflessioni e delle emozioni evocate dal sogno, evitando di cercare di risolvere il suo disagio riportando la questione sul piano di realtà, ad esempio rassicurando i bambini dicendo che quello che hanno sognato non esiste. È importante tenere in considerazione che i bambini ad esempio hanno molteplici paure, molte più di quelle che riescono a dichiarare e se non li aiutiamo a parlarne queste paure vengono nascoste e poi diventano più forti di prima. I genitori possono usare delle modalità giocose per aiutare il bambino ad esprimersi riguardo ai contenuti angoscianti del sogno: se ad esempio il sogno non ha un finale, si può proporre di riscrivere il sogno ed inventarlo oppure cambiarlo, si può disegnare una scena del sogno e invitare il bimbo a dar voce a ciascun personaggio come in una drammatizzazione teatrale libera che si svincola dal copione orinale, oppure lo si può invitare a costruire un dettaglio del sogno che lo ha particolarmente colpito, ad esempio con la creta o altri materiali e a dar voce al personaggio. Il mezzo espressivo aiuta il bambino a dare voce ai contenuti personali all’interno di una forma che li contiene e che li rende comunicabili, questo processo in molti casi lo aiuta a svincolarsi dal contenuto oggettivo del sogno e lo aiuta a sviluppare e sciogliere, almeno in parte, i vissuti disturbanti che alcuni sogni possono lasciare.