BUONO A SAPERSI

a cura degli infermieri del Punto prelievi AOU Meyer Irccs

A tutti i bambini capita, prima o poi, di dover fare un prelievo del sangue. Ci sono alcune accortezze che possono allentare la tensione del piccolo per affrontare questo momento con la maggiore serenità possibile. Il consiglio è quello di non raccontargli bugie e limitare la sua paura verso qualcosa che non conosce: i bambini percepiscono tensioni, sguardi apprensivi e toni di voce preoccupati. Il ruolo degli accompagnatori (genitori, nonni, zii) è fondamentale nel rassicurare i piccoli sulla sua capacità di sopportare la piccola prova che lo attende.

Conviene quindi avvertirlo che potrà sentire una specie di pizzicotto o una puntura di zanzara e altrettanto prezioso è l’atteggiamento di fiducia di mamma e papà nei confronti del personale sanitario. In alcuni casi, può anche essere necessario tenere fermo il bambino: una precauzione necessaria per evitare movimenti bruschi che possono compromettere la buona – e rapida – riuscita dell’esame. Se il bambino è un po’ più grande, è bene spiegargli in modo dettagliato in cosa consiste l’esame e perché lo deve fare. Una volta terminato il prelievo, è positivo che i genitori e gli operatori riconoscano al bambino il suo coraggio, dicendogli che è stato bravo. Oltre alla necessità di supportare psicologicamente il bambino, ci sono anche delle prescrizioni da seguire.

Di solito, per fare un prelievo ematico il bambino deve essere digiuno da almeno quattro ore. Solo per esami che prevedono la determinazione di ACTH, 17-OH, progesterone, insulina base, cortisolo, il digiuno richiesto è di almeno otto ore. Se però il piccolo ha meno di un anno, può assumere latte materno o artificiale fino a tre ore prima del prelievo. In ogni caso può bere acqua nell’attesa.