PAROLA DI ESPERTO
Gli spasmi affettivi sono eventi molto frequenti nei bambini di età compresa fra 6 e 18 mesi (interessano circa il 5% della popolazione pediatrica) anche se sono possibili fino ai 4-5 anni.
Una storia familiare positiva è presente nel 25% dei casi. Si tratta di reazioni involontarie, di breve durata (secondi o massimo un minuto) che si verificano a seguito di uno stress emotivo intenso, come un rimprovero, un forte spavento (es. una caduta o la vista di una ferita) o per rabbia o frustrazione. Si manifestano secondo una precisa sequenza:
- il piccolo piange disperatamente a causa di uno stress emotivo scatenante;
- presenta dei cambiamenti nella respirazione fino ad arrivare all’apnea;
- si modifica il colore della cute fino a diventare violaceo o più raramente pallido;
- si conclude con una breve perdita di coscienza.
Terminata questa sequenza il bambino si riprende, torna cosciente e respira normalmente.
Si conoscono due tipi di spasmi affettivi:
Spasmi affettivi “cianotici”. Sono i più frequenti (85%) e sono chiamati in questo modo perché si manifestano con la cianosi (colorazione violacea del volto) causata dall’apnea che segue la crisi di pianto violenta. Si manifesta spesso come parte di una crisi di rabbia o in risposta a un rimprovero o altro evento stressante.
Spasmi affettivi “pallidi”. Sono molto più rari. Il bambino piange in maniera meno vigorosa e in seguito all’alterazione del respiro diventa pallido e perde quasi subito coscienza. Si verificano spesso dopo un’esperienza dolorosa, come una caduta, ma può anche eventi spaventosi o sorprendenti. Possono presentarsi convulsioni e incontinenza. Generalmente, durante la crisi si verifica un rallentamento della frequenza cardiaca che poi si normalizza, assieme al respiro e alla ripresa della coscienza.
Nel corso degli anni sono stati svolti numerosi studi per identificare le cause degli spasmi affettivi ed è stata osservata una certa associazione fra questi eventi e la carenza di ferro. Il ferro è infatti un elemento essenziale per il buon funzionamento dei neurotrasmettitori, molecole fondamentali del sistema nervoso centrale.
Talora questi episodi fanno pensare ad una patologia, ad esempio ad un problema neurologico (epilessia). Quello che li distingue è la diretta correlazione con un episodio emotivo, come quelli citati sopra, mentre la crisi epilettica può manifestarsi in qualsiasi momento, anche nel sonno.
Assistere a questi episodi, comunque, allarma moltissimo i genitori o chi si sta prendendo cura del bambino, che spesso portano il bambino al pronto soccorso.
Cosa fare durante gli spasmi affettivi
Fondamentale chiedere sempre il parere del pediatra, non fare autodiagnosi. Se il medico conferma la presenza di spasmi affettivi di tipo cianotico, è possibile interrompere lo spasmo appena iniziato posizionando una pezza fredda sulla fronte del bambino o soffiando sul viso; a crisi finita prendere pure in braccio e consolare il bambino. Se invece è di tipo pallido, data la sua rarità, possono essere necessari degli approfondimenti. È fondamentale però cercare di mantenere il più possibile la calma, pensando che non è nulla di pericoloso per il bambino, che non crea danni e che presto si ristabilirà tutto.
Cosa non fare durante uno spasmo affettivo
Non dare da bere né mettere nulla in bocca durante una crisi; non scuoterlo e non massaggiarlo: meglio metterlo supino o tenerlo in braccio per evitare che si faccia male e rassicuralo.