A PROPOSITO DI FELICITÀ

a cura di Manila Bonciani, responsabile del Laboratorio prevenzione e promozione del benessere nella comunità

Il mangiare viene spesso associato, nella percezione di grandi e piccoli, a un’occasione di felicità, che sia vissuta come godimento per aver assaporato del buon cibo o come emozioni positive suscitate a partire dall’attrazione per l’aspetto accattivante del cibo fino alla sua condivisione in compagnia. Il rapporto con il cibo può però diventare anche profondamente difficile e fonte di sofferenza, arrivando a manifestarsi in veri e propri disturbi alimentari determinati da un alterato consumo di cibo che può anche compromettere significativamente il benessere, la salute fisica e in generale il funzionamento psicosociale.
L’atteggiamento conflittuale con il cibo, talvolta espresso in termini ossessivi e di controllo maniacale e strettamente collegato all’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del proprio corpo, rappresenta la manifestazione di un malessere emotivo e psicologico che ha cause profonde e che si palesa attraverso questo segnale – seppur disfunzionale – come fosse quasi una richiesta di attenzione e di aiuto. L’utilizzo rigidamente regolamentato del cibo, sia in termini di assunzione o privazione eccessiva dello stesso, diventa la risposta alla difficoltà di saper gestire il proprio mondo emotivo, come se il controllare il peso bilanciasse l’incapacità percepita nella gestione di vissuti emotivi complessi.

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione possono essere influenzati da molteplici fattori, tra i quali la bassa autostima, l’attitudine al perfezionismo, le difficoltà nelle relazioni familiari o in generale rapporti conflittuali o disfunzionali, i modelli sociali di magrezza, ma nessuno da solo può esserne considerata la causa unica.
Si tratta di condizioni di rischio che agiscono spesso in modo consequenziale, dove per esempio il costante interesse per un corpo perfetto, alimentato a livello socio-culturale da immagini patinate veicolate incessantemente dai social media, può trasformarsi facilmente in fissazione e sfociare in un disturbo alimentare in presenza di fattori predisponenti (proprie caratteristiche biologiche, genetiche e psicologiche), oppure di eventi o situazioni critiche come lutti, azioni di bullismo subite o insuccessi che non si è saputo gestire, che ne possono innescare l’esordio come fattori precipitanti, oppure in mancanza di risorse interne e relazionali da attivare che possano svolgere una funzione protettiva e di reazione costruttiva alla difficoltà incontrata.

Si osserva recentemente una sempre maggiore diffusione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione tra le ragazze e i ragazzi, con esordi sempre più precoci per età, in maniera significativa nella fase adolescenziale. Situazione che suscita certamente grande preoccupazione tra i genitori e nell’intera comunità e che richiama la necessità di agire in termini di prevenzione, identificazione e presa in cura precoce di questi disturbi alimentari per tutelare la salute dei ragazzi e delle ragazze e preservarne il potenziale di benessere che hanno diritto di esprimere.

Facendo propria questa preoccupazione l’AOU Meyer IRCCS, l’Azienda USL Toscana Centro e la Società della Salute di Firenze hanno deciso di unire gli sforzi, costruendo un’alleanza con il mondo della scuola, dello sport, dell’Università e della pediatria di famiglia, per realizzare nell’area pilota del quartiere 2 del Comune di Firenze il programma Nutriamoci di benessere volto alla prevenzione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione tra i ragazzi e le ragazze in età compresa tra 11 e 13 anni (www.meyer.it/nutribenessere).
Si tratta di un’iniziativa che parte dal voler richiamare l’attenzione sulla problematica dei disturbi alimentari e aumentare la consapevolezza degli adulti di riferimento (genitori, docenti e allenatori delle società e associazioni sportive) sull’importanza di costruire contesti di vita protettivi e di contrastare i fattori di rischio dei disturbi alimentai, ma anche di affinare le proprie capacità di riconoscere precocemente i segnali di allarme di disturbi alimentari per poter attivare risposte tempestive appropriate. Il programma include interventi di prevenzione universale, rivolti a tutti gli studenti, genitori ed altri adulti di riferimento coinvolti nell’area pilota, e prevenzione selettiva e indicata, rivolti a sotto-gruppi di studenti con un rischio maggiore di sviluppare disturbi alimentari, in continuità con i percorsi assistenziali esistenti a livello territoriale e ospedaliero.
Il programma viene realizzato come studio interventistico che permette così di verificarne l’impatto a fronte di un importante impegno di coordinamento e continuità messo in gioco dai vari attori coinvolti, per valutarne i risultati e l’opportunità di replicarlo in altre aree Con l’auspicio, racchiuso nel titolo del programma, che gli interventi ingrati proposti possano identificare una strada per contribuire a nutrire il benessere dei ragazzi e delle ragazze, valorizzando il piacere delle relazioni, anche quelle veicolate attraverso il cibo.