IL GIOCO E' UNA COSA SERIA

a cura della dottoressa Manuela Trinci, psicoterapeuta infantile, direzione scientifica Ludobiblio AOU Meyer IRCSS

Anche in questi nostri tempi moderni in cui per i piccoli è più facile immedesimarsi in un astronauta pronto allo sbarco sul pianeta Marte piuttosto che in un indiano Sioux o Navajo, il fascino di una tenda tutta per sé rimane inalterato. Memori della altrettanto celebre una “stanza tutta per sé” di Virginia Woolf che portava alla ribalta la necessità per le donne di avere una stanza, concreta quanto metaforica, per “poter scrivere poesia”; la tenda nell’immaginario condiviso rimane per i bambini e i ragazzini un luogo in cui giocare, rifugiarsi, nascondersi allo sguardo dei grandi e dove ordire magie e marachelle.
È difficile entrare in un appartamento dove almeno un abitante sia in età dai tre anni in avanti, e non trovare nella cameretta, in soggiorno, terrazza o giardino una “tenda-rifugio”. D’altra parte il mercato sempre all’erta, attento ai desideri così da sollecitare i consumi, propone un grande assortimento di tende, ora declinate in tessuto ora in cartone ora in legno - tutto scrupolosamente ecologico – variandone magari la forma: dalla tenda dei pirati alla tenda razzo o auto veicolo o fortezza… purché si presti gioco del far finta di…

Lo annotava lo stesso Gianni Rodari, seppure non certo con intendimenti commerciali! Stare rannicchiati sotto a un tavolo, magari nascosti da una ampia coperta a inventare giochi, complottare, disegnare o quel che altro si possa volere – ha scritto lo straordinario giocattolaio di Omegna - accende l’immaginazione, fa salpare i bambini verso le terre della fantasia, stando a bordo della nave corsara della curiosità. Seguendo la suggestione rodariana, perché non progettare e costruire, in famiglia e/o fra amici, una tenda?
Nel caso si accetti la proposta, è necessario munirsi di due sedie poste l’una di fronte all’altra a circa 1,5 m di distanza, in mezzo si dovrà posizionare il manico di una scopa fissato al pavimento con abbondante nastro adesivo di carta. Una coperta o un lenzuolo leggerissimi rimangono indispensabili per coprire le due sedie prescelte e così completare l’opera. Opera, che magari non sarà all’altezza dei più noti archistar, ma che potrà diventare confortevole aggiungendo all’interno qualche cuscino comodo, e all’esterno, giusto per chiarire gli intendimenti dei progettisti, un cartello con su scritto “Rifugio segreto: ingresso vietato… qui può accadere di tutto”!

Certo, non è pensabile che l’eccitazione dovuta all’operazione tenda” non faccia salire la temperatura emotiva di bambini e ragazzini reduci da un’estate inevitabilmente un po’ scalmanata, all’aria aperta. Quindi è inevitabile che si renda necessario avviare proposte calmanti da parte di genitori e nonni. Ad esempio: organizzare un silent-party fra gli intervenuti oppure trasformare la tenda in museo, magari un museo che potrebbe ospitare, sistematizzate, intere collezioni di puzzle o di macchinine o di fermagli per capelli disposti in ordine di preferenza.
Oppure, sempre in relazione all’età, gli adulti potrebbero mettersi in gioco e disporsi in cerchio con i “rifugiati”, tutti a gambe rigorosamente incrociate, e iniziare a raccontare la storia dei nativi americani detti indiani per colpa di Cristoforo Colombo che, nel suo navigare, credette di essere arrivato nelle Indie Orientali anziché di aver scoperto un nuovo continente: le Indie Occidentali! Ma perché fu poi chiamato America? Così di storia in storia, di domanda in domanda, sempre rimanendo nei pressi della tenda, con una bevanda fumante da sorseggiare, gli animi potrebbero placarsi… Da non dimenticare in sottofondo le musiche di Bob Dylan perché forse non tutti sanno che la sua mamma era una “pelle rossa” alias una nativa americana.